📚 36 | Voglio la pace nel mondo e dei vestiti carini
Girl gang e l'intimità delle scorciatoie
Ciao!
io sono agnese e questa che leggi è Matilda, una newsletter che scrivo una volta al mese per raccontarti dei libri belli che leggo. La frase che dà il titolo a questa puntata è di Astrid Lindgren e l’ho letta nell’intervista che Isabella Rossellini ha fatto alle sorelle Rohrwacher per la copertina di Vogue di questo mese.
Ti invito a leggerla, che è davvero un piacere. Mi piacciono molto questi incroci di donne di diverse generazioni, che riescono a parlare di argomenti serissimi ma senza dimenticarsi di essere delle persone semplici, a cui piacciono i vestiti, l’arte e la magia. Se non avessi le mie amiche per parlare di argomenti seri ma anche di vestiti, di problemi di cuore e - nel mio caso - di cibo, come farei? Come si fa quando con le amiche non si parla della pace del mondo né dei vestiti carini?
Visto che il mondo ogni tanto va nel verso giusto, in questo periodo sto avendo collaborazioni solo con enti e aziende dove le donne ricoprono le posizioni di potere, dove i team sono composti da donne e dove tutto questo è una presa di posizione. Aprile è iniziato per me con una shitstorm di odio, insulti, minacce di morte e di stupro ricevuti da uomini arrabbiati in rete; aprile finisce diversamente, per fortuna - tanto che mi ero dimenticata di programmare l’invio di questa puntata!
Compagne. Testimonianze di partecipazione politica femminile
di Bianca Guidetti Serra [from Italia]
Einaudi 1977
comprata una prima edizione su ebay, letto sul treno per Gorizia e poi a casa
sulle copertine: Combattente del ghetto di Nat Werner e Primavera di Herbert Adams [4 + 3 ⭐]
Questo libro mi inseguiva da troppo per non passare un pomeriggio a cercare una prima edizione completa dei due volumi a un prezzo decente. Fortuna per voi che non avete le mie stesse fisse, Einaudi lo ha appena ripubblicato.
Bianca Guidetti Serra è stata una partigiana, nome di battaglia Nerina, attiva nel torinese che, a distanza di quasi trent’anni, decide di intervistare alcune delle donne che sono state protagoniste di quel periodo e soprattutto dei Gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti per la libertà perché, come dice subito nell’introduzione, nei libri di storia ci sono troppe lacune sul ruolo delle donne e di questi gruppi durante la Resistenza.
🚩 «Ho però un desiderio. Quando muoio, voglio avere la musica e tante bandiere; ma lascio i soldi. […] Bandiere rosse, rosse. Voglio un funerale che si ricordi che io sono una compagna. Portami i fiori, ma non è mica per me, perché io non vedrò più niente, la gente deve sempre vedere rosso dappertutto» 🚩
Ci troviamo quindi tra le mani cinquantuno donne raccontate in quarantotto interviste. Un’autobiografia politica, come dice Nerina: la loro vita personale, la famiglia, i lavori, la gestione delle genitrici e delle figlie, tutto era politica. E lo sono state senza epica, senza fronzoli, facendo quello che andava fatto. Lavorando e lottando. Viene trasmessa la quotidianità, la genuinità dei pensieri e tantissimo coraggio.
✊ «Si è fatto con tanta naturalezza, con tanta passione ‘sto lavoro; tutte le cose che si sono fatte senza pensare che domani ti potessero arrestare, senza pensare che ti potessero torturare. Perché la consapevolezza dei rischi che una correva, almeno a me, non veniva mai in mente» ✊
Credo che uno degli aspetti più belli del libro siano proprio le connessioni che si creano tra le donne: tra Nerina e le intervistate, tra le intervistate che si richiamano l’un l’altra, e soprattutto nei rapporti tra madri e figlie dove la scelta di una diventava la scelta dell’altra.
Puoi leggere un estratto di una di queste storie nella puntata speciale del 25 aprile:
Libri correlati:
L’Agnese va a morire, di Renata Viganò [Einaudi 1947] 💞
Diario Partigiano, di Ada Gobetti [Einaudi 1956] - un estratto
La resistenza delle donne, di Benedetta Tobagi [Einaudi 2022] - Matilda#15
Sarajevo. Una mappa della città [+ Il padre ]
di Miljenko Jergović [from Sarajevo]
Keller 2024, traduzione dal croato di Estera Miočić
acquistato e letto ovunque e un po’ lentamente
in copertina: Sarajevo, di Harry Weber [4 ⭐]
Fremevo così tanto per avere questo libro tra le mie manine, che a quanto pare sono riuscita a ordinarne tre copie in libreria («agnese, è arrivato un libro per te, ma non lo hai già preso l’altro giorno?»). La Bosnia e l’Erzegovina sono dei luoghi del cuore e Sarajevo resta la città perfetta per le fughe.
La prima volta che sono stata in Bosnia è stata con Emi: parco dell’Una, Bihać e quell’assurda e strana entità che è la Republika Srpska: sbarre che segnano confini a ogni angolo, controlli improbabili e edifici crivellati come se nulla fosse. La prima volta a Sarajevo, forse l’anno dopo, sono arrivata con un autobus notturno che parte da Ljubljana. Dormivo a Bistrik, e questo implica una enoooorme salita, e la signora del b&b mi parlava attraverso google translate.
🍎 «Via Kulovićeva fu tracciata perché il traffico in centro città avesse sbocchi alternativi e non se ne diventasse schiavi. In questo senso la via è anche una consacrazione dell’esigenza locale sarajevese e in generale balcanica di una costante ricerca di scorciatoie, vie più brevi, deviazioni attraverso selciati di legno e i frutteti dei vicini. Via traversa, via più breve. Esiste qualcosa di più umano della ricerca quotidiana di una via più breve? Una città di ama, una città si scopre attraverso le vie secondarie, le nostre città si distinguono dalle altre per le scorciatoie» 🍎
Se non fossi stata già a Sarajevo, se non l’avessi già toccata e assaporata, sarei riuscita a leggere questo libro? Forse sì, perché la Sarajevo di cui Jergović parla non è quella reale, ma quella dei suoi ricordi, di chi lì è nato.
E su come si possano scrivere 600 pagine su una città dei ricordi, beh, vengono in soccorso le fotografie, gli elenchi telefonici, le vecchie pubblicità e i libri di storia. Però, ecco, richiede un patto di fiducia tra lettrici e autore: devi fidarti delle sue parole e smettere di cercare su internet i luoghi di cui parla o verificare dove sono le vie - perché potrebbero non esistere nel mondo reale.
Ci si muove quindi nello spazio e nei quartieri, ma anche nel tempo e vi troverete a sapere la storia delle farmaciste dell’800, dei cinema ormai chiusi o delle fontanelle o la strana storia internazionale e politica di come sia stata costruita la stazione dei treni.
🏙️ «Senza questa città, non avrei mai capito cosa significhi essere un estraneo. E non c’è niente di meglio dell’essere estranei in una città» 🏙️
E per fare doppietta, mi sono recuperata subito anche Il padre (BEE 2020), perché a quanto pare chi siamo dipende davvero un po’ troppo da genitrici e nonne, da quello che hanno fatto, da ciò in cui hanno creduto e dall’amore che ci hanno dato. Certo, forse la storia di non molte di noi ha a che fare con partigiane, guerre e assedi. È un libricino, lo leggi velocemente.
💛💙 Correlati speciali by Dalia Vesnic di Loving Balkans 💙💛
Questa fotografia di Mario Boccia: La fioraia di Sarajevo (La storia dietro questa foto, da cui è nato anche un libro, si può leggere qui)
Le sevdalinke cantate da Amira Medunjanin
Visitare la Galerija Manifesto
Fabri mi ha prestato Un giorno triste così felice, la biografia di Sócrates scritta da Lorenzo Iervolino [66thand2nd 2023] che racconta la vita di uno dei più importanti calciatori che siano esistiti che, con la sua laurea in medicina, ha spinto per creare una squadra autogestita nel Brasile della dittatura.
Disertare di Mathias Enard forse l’ho letto più velocemente di quanto si meritava, quindi l’ho lasciato in giro per casa perché me lo rileggo. Guerra, matematica, mogli, ddr e crociere in barca. I cavalieri della tavola zoppa di Marie Phillips ha fatto una magia: l’ho letto tutto in una giornata e era ciò di cui avevo bisogno: una narrazione con begli intrecci, una storia simpatica e tante risate.
Ho iniziato Desperate Housewives e perché ho aspettato fino a oggi? Sotto le foglie ha sancito quanto io riesca parlare al cinema e di Queer mi ricorderò soprattutto la scena con Come as you are dei Nirvana. È molto divertente che i film siano la scusa perfetta per vedersi.
Chiude tra pochi giorni, ma la mostra su Andy Warhol a Gorizia è molto carina.
Sto scrivendo di cannabis legale, continuo con le rsa e vorrei scrivere di quanto rumore ci sia nelle nostre città.
Ci vediamo a Trieste il 3 maggio per parlare di AI e scrittura e il 4 maggio per letterature queer (e grazie al Trieste Book Fest per tutti questi inviti!) e vorrei dire che quest’anno sarò molto fiscale sul numero di presentazioni/moderazioni che una persona può fare in un mese. Il 10 maggio sarò al Lido per parlare di Morte a Venezia di Thomas Mann: il primo appuntamento del programma dei Lettori Erranti dell’agenzia di viaggio Cividin. Scrivimi, se vuoi sapere quali saranno i prossimi viaggi ispirati ai libri in programma!
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Ti ricordo che se vuoi bene ai libri e hai a cuore l’industria editoriale, non ordinare i libri su Amazon. Ci sono le biblioteche, le librerie (meglio se non di catena), gli scaffali delle librerie delle amiche e ci sono servizi come Bookdealer che riunisce tante librerie indipendenti. Prendiamoci cura dell’industria editoriale.
Se hai commenti e suggerimenti, scrivimi pure qui. Ti leggo! E se ti è piaciuta, condividi Matilda con chi vuoi!
Ci vediamo tra un mese e buone letture! 📚💌💘