📚 14 | Come una top model mi ha sollevato dalla noia
Percentuali a caso, uno spot elettorale e addio scappo in vacanza
«Ma se delle cose non si approfitta per intessere amori perché mai dovrebbero interessarti?
Se l’amore non è lo scopo vero, la scusa vera, unica cosa sensata, dove trovarne un’altra?»
Franco Rotelli
Ciao!
io sono agnese e inizio a sentire la primavera nell’aria! O forse sono soltanto vicine le vacanze dopo un periodino turbolentino. E probabilmente le mie letture rispondono a questa confusione.
La mia amica Giulia e io siamo in partenza per la Francia. Una valigia condivisa, mille mila link scambiati e un budget solo per le cose importanti: les huîtres, les croissants et les verres de vin. E pure des oursins. Sto facendo il conto alla rovescia da settimane.
Ci sono molte persone nuove, arrivate con la lista di newsletter belle da scoprire di Valentina (grazie!). Benvenute! Se vuoi conoscermi, scrivimi pure. Altrimenti ci vediamo nella tua casella email alla fine di ogni mese. Ogni puntata la puoi leggere o ascoltare!
Ho riso molto pensando ai libri che sarebbero finiti in questa puntata. Ne concludiamo che sono una semplice millennial: 33% teoria 33% cultura pop 33% femminismo - il restante 1% è per il cibo ma forse è troppo poco spazio per il numero di merende che faccio durante il giorno. Stranamente ci sono pure testi del passato.
Allez, c'est parti!
3 libri letti dell’ultimo mese
di Fabrizia Ramondino [from Italy]
Einaudi 1998
prestito da Franco 💔
in copertina: René Magritte, L’invenction collective [1 ⭐]
🌴 «I vecchi intanto passeggiano, quasi tutti appoggiati al bastone, chi curvo, chi con le mani rattrappite e deformate dall’artrite, chi diritto, roseo e liscio il volto, ma gli occhi assenti sempre fissi a un lontano segreto orizzonte. Uno mostra la lingua in modo osceno a una ragazza che passa. Un altro ha la sigaretta attaccata alla bocca, ma non fuma. Molti masticano gomma. Quasi tutti tacciono. Nonostante la piazza sia vasta e rettangolare tendono a passeggiare in cerchio intorno alla palma, e mi chiedo perché» 🌴
Di Fabrizia Ramondino sono certa di aver già parlato in qualche puntata: è stata una scrittrice grandiosa. Dopo una gioventù passata in giro per l’Europa con un padre diplomatico, torna da adulta nella sua Napoli e qua inizia una vita politica e sociale: un lavoro nei consultori, nelle scuole, a fianco delle persone disoccupate. Sono molto felice che negli ultimi anni si stia riscoprendo questa grandiosa scrittrice e che le venga riconosciuto il ruolo che ha avuto nella letteratura italiana del Novecento.
Se hai già letto qualcosa di suo, l’avrai già notato. I suoi romanzi sono caratterizzati sempre da tre elementi: autobiografia, luoghi e donne.
In questo libro, Ramondino arriva sull’isola di Ventotene per curarsi da un episodio di depressione e di alcolismo acuto. Lo scandire delle sue giornate è fatto dagli incontri (reali e immaginari) e dal recuperare la storia di quel luogo - recupero che va di pari passo con l’analisi del presente dell’isola.
Per esempio, mi hanno stupito le riflessioni così attuali che riesce a fare su come il turismo vada a incidere e a cambiare i luoghi:
🚤 «La stagione turistica è iniziata. Gradualmente, ora più civile ora più selvaggia, la folla invade luoghi fino a poco fa deserti. Dal porto romano partono sempre più numerose le barche che offrono il periplo dell’isola e la gita al vecchio ergastolo. Mentre gli yacht affluiscono nel porto nuovo, creato apposta per essi che, invece di portare la sperata ricchezza, portano molta immondezza e macchie di nafta sul mare» 🚤
Tra i personaggi di cui ci parla, ci sono quelli che a Ventotene sono stati in esilio, nel carcere. Dice questa frase tanto divertente quanto triste, sull’aver dato così tanti nomi di santi alle carceri italiane.
🚪 «I libri e le carte che sto sfogliando sono di Luigi Settembrini, Silvio Pellico, Carlo Bini, incarcerati come membri della Giovine Italia, rispettivamente a Santo Stefano, nella rocca dello Spielberg, nel forte di Porto Ferraio, più o meno negli stessi anni. E che stanno rispondendo alla mia domanda: «Che cosa avete provato entrando?».
E io, che non sono mai stata in carcere, ho ricordato i miei ingressi in ospedali e nelle sale operatorie. […]
E io, che non sono mai stata in carcere, ho ricordato i miei desideri e tentativi di fuga. Talvolta riusciti. E quelli di amici, che misuravano la distanza tra il balcone della camera e il suolo» 🚪
La sua è una scrittura tranquilla, curata. Ti dà proprio l’idea di una persona che ha lavorato tanto sul testo. E per questo, si deve leggere con calma (cosa per me stranissima, quando un libro mi rallenta). Ha una capacità fantastica nelle descrizioni e nel creare scene, come quella che ti ho lasciato all’inizio. Non è però proprio un romanzo, è un miscuglio di autobiografia, racconti e dialoghi. Una specie di Olivia Laing, ma molto meno densa, in cui si intrecciano argomenti e personaggi. E proprio come con Olivia, leggere i suoi libri ti lascia in dono tantissime domande a frullarti in testa.
Romanzi correlati:
Gita al faro, Virginia Woolf [1927] - segue: Gita al fiume, Olivia Laing [Il Saggiatore 2011]
Il grande mare dei sargassi, Jane Rhys [1966]
L’isola di Arturo, Elsa Morante [1957]
di Emily Ratajkowski [from US]
Piemme 2021, traduzione dall’inglese di Elena Cantoni
preso in prestito su Mlol
purtroppo nell’edizione ebook non c’è scritto chi ha disegnato la copertina [2 ⭐]
🧯 «Chi mi aveva insegnato a non gridare?» 🧯
Emrata (com’è conosciuta nel mondo a causa di quel cognome difficile da pronunciare) è una super model, ma di quelle davvero al top e molto pagate. Una persona con cui non credo di avere molto in comune. Ho preso il suo libro in giornate a casa ammalata, pensando fosse molto leggero ma le prime pagine mi hanno subito stupito:
👛 «Da molti punti di vista è innegabile che capitalizzare la mia sessualità mi abbia dato tanto. […] Ma sotto altri aspetti, più sottili e meno evidenti, mi sono sentita sfruttata e relegata al ruolo di cosiddetto “sex symbol”. Ho guadagnato grazie al mio corpo entro i confini di un mondo cisessuale, capitalista e patriarcale, in cui la bellezza e il sex appeal hanno valore solo perché soddisfano lo sguardo maschile» 👛
Insomma, Emily si presentava così a me, con una critica al sistema capitalista e patriarcale in cui viviamo e con la decisione di affrontare una serie di contraddizioni di questo mondo monetizzando sul suo corpo. Poi ho iniziato a pensare che, cara mia Emrata, sei bellissima, hai iniziato a fare la modella da adolescente, hai un flirt con Harry Styles e che essere belle è un privilegio di cui non ti puoi lamentare. A me mica capitano queste cose.
E mentre lo pensavo, un po’ infastidita, inizia a raccontare del salto che la sua carriera ha avuto quando ha girato il video di Blurred Lines di Robert Thicke. Un set tutto di donne: regista, attrici, truccatrici, ecc. E poi i cantanti uomini, che con sprezzo, pensano di poter agire un potere, toccando.
🎶 «Per la prima volta, quel giorno, mi sentii davvero nuda. La musica si fermò. Io restai accanto al monitor per un momento, scorrendo lo sguardo sui volti delle mie nuove amiche. Né io né loro aprimmo bocca» 🎶
Doverosa aggiunta: probabilmente, come molte altre persone, ho canticchiato Blurred Lines un sacco di volte. «I know you want it» - so che lo vuoi. Poi Roxane Gay in quel suo capolavoro che è Bad Feminist Essays mi ha fatto analizzare il ritornello: «A song that revisits the age-old belief that sometimes when a woman says no she really means yes». Questa canzone fa venire i brividi. Per il testo e per le violenze accadute sul set dovrebbe sparire.
A questo punto del libro mi sono accorta che io stessa stavo giudicando Emrata. Lei mi raccontava che, nonostante il suo volere e i suoi sforzi, il suo corpo continuava a essere visto come proprietà di altri (uomini), a essere toccata, guardata e fotografata in modi in cui lei non voleva e addirittura a vedere la sua immagine sfruttata da altre persone, nel mentre io stavo pensando al suo corpo nello stesso modo: come qualcosa di non suo. Ma lei mi stava proprio raccontando tutto, anche di episodi di depressione.
👌 «Non penso di doverti proprio niente. Ho smesso di incolpare me stessa per essermi resa abbastanza piccola da permetterti di fagocitarmi. Ho superato la vergogna e la paura per arrivare alla rabbia. Non è piacevole, ma non mi spaventa. Voglio di più per me. Ammetterò a testa alta tutti i miei errori e le mie contraddizioni, per me e per tutte le donne che non hanno voce» 👌
Non sarà un libro 100% femminista, ma Emrata ci racconta di come pure lei, bella com’è, ha avuto problemi con il suo corpo, di come se sei donna il tuo corpo verrà sempre sessualizzato, di come gli uomini ne rivendicheranno il possesso - anche con la violenza.
Momento divulgazione: il problema dello sguardo maschile, il male gaze, viene sollevato dalla studiosa Laura Mulvey nel 1975, nell’articolo Visual pleasure and narrative cinema, in cui applica la psicoanalisi agli studi dei media. Per farla breve: il cinema è fatto da un uomo che guarda e da una donna che viene guardata.
Ma oltre al problema dello sguardo, c’è il fatto che lei si sia sentita come se non avesse voce in capitolo sul suo corpo. Nessuno le aveva mai chiesto cosa avesse da dire e lei allora ci ha scritto un libro. Il libro è adatto a ragazze più giovani di me. Il titolo viene da quest’opera sonora di Hannah Black: My Body.
Cara Emrata, era da un sacco di tempo che un libro non mi faceva muovere un sacco di libri dallo scaffale femminista della mia libreria. Inoltre, mi puoi prestare questo top che mi starebbe proprio bene? Grazie, tvb.
Saggi correlati su uno dei miei argomenti preferiti ovvero, *parola forte*, la sussunzione del femminismo:
We Were Feminists Once, Andi Zeisler [PublicAffairs 2017]
Le fortune del femminismo, Nancy Fraser [Ombre corte 2014] - 🚨 100% theory
Recensioni correlate e più approfondite:
Sul mio corpo, Rosa Fioravante [Jacobin 2021]
Aperte lettere. Saggi critici e scritti giornalistici
di Rossana Rossanda, a cura di Francesco de Cristofaro [from Italy]
Nottetempo 2023
auto-regalo
in copertina: grafica di Federica Principi [2 ⭐]
📚 «Ma che incanto leggere fuori tempo. Il libro è un piacere squisito, le pagine di un bel bianco caldo ferme al loro posto invece del livido schermo fibrillante, le note le hai segnate con una foglia, le cerchi in fondo invece che premere un tasto di comando pensato per deficienti, ti perdi e vai anche un po’ anticipando e ripescando. Leggere gratis, leggere per leggere» 📚
Rossana Rossanda nasce a Pola nel 1924, partecipa alla Resistenza con il nome Miranda, diventa dirigente del Pci e poi responsabile nazionale della cultura del partito, parlamentare e fondatrice del Manifesto insieme a Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri e Luciana Castellina. Qua confesso di non aver mai letto il suo La ragazza del secolo scorso ma prometto che lo recupero presto.
In questo libro sono raccolti alcuni suoi articoli su libri e letteratura. Mi ha fatto venir voglia di riprendere in mano gli appunti di teoria della letteratura e di ristudiare Lukács e la teoria del romanzo. Perché quello che fa è un vero esercizio di critica letteraria, dando giudizi estetici e politici: analizzare il romanzo come un dispositivo capace (o meno) di analizzare il passato (o il presente) e di prevedere il futuro. Leggere tutto con uno sguardo politico: è così che si parla di libri! è così che devono essere le recensioni!
Penso che uno degli articoli più belli sia quello dedicato alla storia della monaca di Monza («Qual è la differenza fra il processo, la storia come andò e la trisecolare quasi leggenda?»), ma pure la rilettura di Abelardo e Eloisa attraverso la lente di Tolstoj («Forse dovremmo noi donne di oggi, visitare quelle che ci hanno preceduto con un’ipotesi più complessa dell’autonomia del nostro sesso. E guardare con attenzione a quel che gli uomini hanno pensato e scritto di noi»).
Troviamo poi Virginia, Simone e Christa. La storia con Ernesto De Martino è molto buffa. E c’è pure la famosa recensione di La Storia, il libro di Elsa Morante. La lettera a Gabriel García Márquez è carinissima. Insomma, a me pareva di tornare all’università, a analizzare per ore e ore i libri, a trovarci significati e a applicarcene di nuovi, a smontare letteralmente un romanzo e trovare sempre nuove chiavi di lettura. Come quando per un esame molto brutto avevo fatto una tesina molto bella sul ruolo del suono nei Malavoglia. Perché non tornano quei momenti?
Quindi, avvertenza, a me è piaciuto ma siamo immerse in 65% politica e 35% teoria:
⌚ «Perché se una biografia è un modo di fare storia, è anzitutto capacità di selezionare dall’accaduto il significante, operazione che su quel frammento di storia che sono le nostre proprie esistenze compie rigorosamente la nostra memoria. Rigorosamente, intendo, sotto il profilo della chiave di selezione: ci pensiamo, dunque in non ultima analisi siamo, come ci ricordiamo. E ci ricordiamo per dimenticanza di milioni di minuti e di fatti che scandiscono come l’orologio il nostro passare nel tempo; quel che resta è il filo della nostra identità» ⌚
Perdonami, Rossana, se ho iniziato a leggerti in fila in questura.
Articoli di Rossanda correlati:
Parliamo di donne [Il Manifesto 2008]
L’Italia è in guerra, disertate [Il Manifesto 1991]
Intervista a Salvador Allende [Il Manifesto 1971]
I miei dati di lettura, disegnati malino
Altri consigli (non proprio) veloci
Se vuoi fare un podcast, questa è la perfezione a cui puntare: Etere, non etere, sulla storia della radio. E se vuoi lavorare con gli audio, sono state pubblicate le Yass Masterclass di quest’anno: Sara de Monchy fa un lavorone pazzesco con i podcast per bambine. Earth.fm è un archivio di paesaggi sonori naturali (grazie, Francesco, che l’hai condiviso su Twitter!).
Mi è molto piaciuto anche Bis! Colapesce e Dimartino a Sanremo - un audio-documentario sul loro ritorno al festivàl. Ho ascoltato la prima puntata del podcast del Post dedicato ai libri, Comodino, ma un’ora di puntata per me è troppo. Inoltre è quel prodotto che ti fa urlare: Guardate che c’è un mondo anche fuori Milano.
Su Mubi è passato Una storia di amore e di desiderio. Credo proprio tu debba guardarlo. Un pensiero alla me stessa del passato che era da sola nella sala del cinema a guardare Sami Outalbali recitare poesia erotica araba. (Sorry, mubi 🏴☠️). Ho guardato Détox su Netflix: francese, veloce e caruccio.
Cosa voglio fare da grande: sensitivity readers. Un lavoro bellissimo: una storia orale della pandemia. E un articolo che mi ha molto divertito sulla nostra saliva. E un altro da imparare a memoria: un mondo a misura di maschio. Non ho guardato The Whale ma ho letto Jonathan Zenti che ne parla e veramente abbiamo una testa piena di pregiudizi. Vorrei passare le giornate a leggere/guardare/ammirare articoli del New York Times (e forse già lo faccio). Che personalità creativa sei? Un test fatto da dio. Io sono una visionaria, che immagina l’impossibile.
L’eroe che non sapevamo di meritarci, Filippo Bernardini, ha detto di aver rubato i manoscritti di case editrici perché voleva leggere i romanzi prima di tutte. Lo capisco. Ti lascio un recap della sua storia.
Ho riletto Pollo alle prugne (lacrime) e Normal People (incredibile).
Una cosa bella: Spotify ha creato per questo mese di Ramadan una nuova funzionalità, esperienziale e super curata, per l’app.
Spazio health: una campagna di comunicazione scoperta grazie a
. E un'altra per la festa del papà che mi ha fatto volare (#safesex). E perché non conoscevo ancora la newsletter di ?Cose fatte questo mese
Ho ripreso in mano il time managgggement della mia vita e ho scritto, mi sono ammalata, ho rimandato consegne e sconfitto altre scadenze e ho trovato il tempo di cucire (due) quaderni. E poi accadono cose per cui si piange.
Nel 1990, alcune cooperative sociali acquistarono un terreno vicino a Santo Domingo e ci costruirono un albergo per portare gli utenti dei servizi di salute mentale in vacanza. Sintesi in due righe di una storia molto più straordinaria.
Nel 1998 la scrittrice Fabrizia Ramondino passò qualche settimana a Trieste, al Centro donna salute mentale. Un servizio organizzato dalle donne per prendersi cura di altre donne. Poche righe di un libro/esperienza bellissima.
Recupero dalla scatola del passato una mia intervista a Franco Rotelli pubblicata su Jacobin sull’importanza di avere Centri di salute mentale aperti e accessibili alla cittadinanza: «Un modo senza camici e, tanto più, senza camicie di forza di alcun genere».
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Cose che farò tra pochi giorni: voterò Ofelia Altomare alle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia. È una donna capace di governare e di ascoltare, sa osservare ciò che accade e costruire reti e servizi. Mi fido di lei. E vorrei vivere in una Regione a misura di tutte, cosa che questa giunta ha dimostrato di non essere capace di costruire.
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Un sondaggio
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Sottofondo mentre scrivevo: Jain, sposami.
Promemoria
Ti ricordo che se vuoi bene ai libri e hai a cuore l’industria editoriale, non ordinare i libri su Amazon. Ci sono le biblioteche, le librerie (meglio se non di catena), gli scaffali delle librerie delle amiche e ci sono servizi come Bookdealer che riunisce tante librerie indipendenti. Prendiamoci cura dell’industria editoriale.
Per finire
Se hai commenti e suggerimenti, scrivimi pure. Ti leggo!
E se ti è piaciuta, condividi Matilda con chi vuoi!
Ci vediamo tra un mese e buone letture! 📚💌💘
Au revoir, à bientôt!
Ma che gioiello di design è il test sulla personalità creativa! (ah, I'm a Dreamer). E grazie per avermi fatto scoprire Jain: "The Fool" la sto ascoltando in loop 😄.
Grazie di averci citato :D E anche di aver parlato un po' di "Sul mio corpo". Mi piacciono le newsletter che mi danno spunti su libri che non avrò mai tempo di leggere! Grazie!