📚 22 | Un giretto intorno al mondo
C'è anche un annuncio importante e non è il mio compleanno.
«Ma a volte i sentimenti sono troppo forti: passioni, ossessioni. Come l'amore romantico. O il dolore. E allora si sente il bisogno di parlare, altrimenti si esploderebbe»
Susan Sontag, La coscienza imbrigliata al corpo
Ciao!
siete arrivate in tante dall’ultima volta: benvenute! Io sono agnese e questa che leggete è Matilda!
Questo mese per me è stato: una vacanza con tanto cibo e tanto vino, una visita dei genitori, un corso per audiodocumentariste, un convegno, un corso accelerato di mindfulness, un ciak si gira dove mi sono trovata filmata, un massaggio allungante, un vaccino, un concerto, un check come va, l’acconto di novembre, tante consegne e tantissime chiacchiere. E ho anche cambiato la decina dei miei anni con una festa a tema ⛵ gita in barca ⛵. Insomma, se ci scappa un refuso, sarò giustificata!
Per non farsi mancare nulla, ne ho approfittato per fare un piccolo restyle di Matilda. Ti piace? E ti annuncio anche che da questa puntata in poi non ci sarà più la versione podcast. Trovare il tempo per fare una buona registrazione è in questo momento un bello sforzo. Ti ho scritto due parole in più su questa scelta, se ti va di leggerle o di ascoltarle:
Trovarsi a scrivere una newsletter mentre il mondo è in fiamme è sempre più difficile. Non sono la prima a dirlo in questi ultimi due mesi: stanno capitando eventi di una violenza assurda, di una violenza che sentiamo tutte sulla pelle, di una violenza che ci fa mettere in discussione tante cose. Ti lascio in lettura l’ultima puntata di Spuma, la newsletter per chi ha sete di comunicare e riprendo, non a caso, la puntata di novembre dello scorso anno:
Tu come stai? Come ti senti?
di Emma Cline [from US]
Einaudi 2023, traduzione dall’inglese di Monica Pareschi
preso appena uscito perché ho tutti i libri dell’autrice, ops
in copertina: una foto di Ashley Lebedev, progetto di Riccardo Falcinelli [1 ⭐]
Ogni tanto ci casco pure io: sento il bisogno di correre in libreria e prendere l’ultimo libro appena uscito e ben strillato di quella particolare autrice. Emma Cline mi ha fatto innamorare di lei con Le ragazze, fatto tornare nel mio con Daddy per poi sbattermi quel capolavoro di Harvey in faccia. E quindi, cosa fare? Non prendere e leggere subito L’ospite?
Per un attimo, ma proprio solo un attimo, ho pensato che fosse il solito romanzo da millennial, quello che mi sono promessa di non leggere più, con questa protagonista poco più che ventenne, disadattata, senza obiettivi e una relazione con uomini più grandi. Però il solito romanzo da millennial mi annoia subito, mentre questo l’ho finito in un giorno.
Sostanzialmente, seguiamo Alex - la protagonista - fino al baratro. È letteralmente in una spirale di sfortune in cui riesce a rovinare qualsiasi persona o storia si trovi per caso nella sua orbita. Ma non lo fa intenzionalmente. Anzi, pensi che avrebbe soltanto bisogno di un’amica con cui parlare o di una famiglia che le parli. C’è Simon, quest’uomo cinquantenne che la usa e la trasforma in qualcosa che Alex non è.
🌞 «La prima volta che Simon l’aveva portata lì, si era sfilato le scarpe all’ingresso della spiaggia. A quanto pareva, lo facevano tutti: scarpe e sandali ammucchiati vicino alla bassa recinzione di legno. Non le ruba nessuno?, aveva chiesto Alex. Simon l’aveva guardata perplesso. Chi vuoi che prenda le scarpe di qualcun altro?» 🌞
E per forza con Simon finisce. E allora si aggrappa a qualsiasi persona le capiti a tiro perché non ha nessuno, come non ha una casa né un lavoro. E nessuno prova a aiutarla davvero o a darle la libertà di cui avrebbe bisogno per stare bene. Riesce solo a diventare ciò che gli altri vogliono da lei. E forse leggerlo è tornare ai tanti discorsi che tutte stiamo facendo in questi giorni: la violenza si manifesta in tantissime forme, prima di diventare un femminicidio.
Si capisce che ho empatizzato un po’ troppo con Alex? Mi sono resa conto che non le ho nemmeno dato un volto, e ho deciso che va bene così. Spero solo che se incontrerò un’Alex nella mia vita, io sia pronta a sostenerla anche perché ci troveremo sicuramente d’accordo su una cosa: l’amore per l’acqua.
Alex cerca sempre questo elemento: la doccia, le piscine, l’oceano, fino a provare a annegare. Torna sempre all’acqua: e quanto la capisco.
🌊 «Alex si costrinse a rimanere ancora un po’ in acqua, preparandosi all’onda successiva. Aspettando che la paura passasse. Finché non fosse stata troppo stanca. La seconda volta fu divertente sentirsi ribaltare, la mente sgombra e il mondo ridotto a quel preciso istante.
L’acqua non era mai stata tanto calda, quell’estate. Perché le onde erano così lattiginose? cercò di ricordare se fosse una specie di presagio, di indicazione positiva o negativa. In ogni caso non lo sapeva, perché non aveva importanza» 🌊
L’ho già detto più volte che a me i finali aperti non piacciono, ma questo colpisce proprio nel segno. Sul Washington Post hanno scritto riguardo a come finisce: «And that, I think, is why anyone who has read “The Guest” wants to find someone to talk to».
Nota negativa: che brutta copertina.
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[L’essenziale]Che c’è di diverso nel femminicidio di Giulia Cecchettin, Annalisa Camilli [L’essenziale]
Il profumo della libertà, Francesca Coin [Internazionale]
di Nino Haratischwili [from Georgia]
Marsilio 2023, traduzione dal tedesco di Fabio Cremonesi
preso in libreria
in copertina: illustrazione di Julia B. Nowikowa [4 ⭐]
Un sabato pomeriggio mi sono sdraiata sul divano, tanti cuscini intorno, una coperta morbida sopra di me, i piedini in su, appoggiati sullo schienale, e ho preso in mano questo libro (ero più o meno a metà) e non mi sono alzata finché non l’ho finito di leggere. Non riuscivo a staccarmene senza pensare, preoccupata, alle protagoniste.
L’ho preso a caso in libreria, prima di partire, perché era (1) lungo (2) di un editore di cui mi posso fidare (3) sulla Georgia e (4) tradotto da Fabio Cremonesi, che è un’assicurazione sulla qualità. Ho una fissa per la Georgia, te lo dico subito - più di quella per i libri tradotti da Fabio Cremonesi.
Nonostante l’autrice ci abbia regalato un comodo elenco dei personaggi e delle loro famiglie all’inizio del libro, ci vuole un attimino per entrare nel libro e capire chi parla e cosa accade. Prima di tutto, perché ci si muove continuamente nel tempo. Una buona parte del libro è ambientata nel 2019 a Bruxelles, in una galleria fotografica.
📸 «Più fisso la piccola immagine in bianco e nero, che se ne sta tutta sola in questa sala maestosa, più sono certa che sia proprio questo il giorno, quello in cui abbiamo fatto irruzione nell’Orto botanico, lo speciale momento in cui per la prima volta nella mia vita ho sentito la felicità sui palmi delle mani e dietro le ginocchia, nell’ombelico e sulle ciglia» 📸
La donna che parla sta aspettando che la mostra apra; si muove tra le foto, ci sono persone che arrivano a salutarla, persone che non vede da molto tempo. Esposte ci sono le foto di Dina, una delle sue care amiche insieme a Ira e Nene. Dietro ogni foto e a ogni titolo c’è una storia e con i flashback parte dal 1987 e ci racconta tutto, fino a oggi quando queste amiche che si ritrovano.
Sono gli anni della Georgia indipendente, delle guerre civili, delle guerre tra bande per il controllo del territorio e del commercio di eroina. E la Storia arriva dritta dritta nel cortile di Vicolo delle Vigne, dove vivono le quattro bambine poi ragazze e presto donne.
🌹 «Noi figli di quel tempo tolleriamo queste dissertazioni esposte in modo un po’ asciutto, come se espressioni tipo lotte per l’indipendenza, guerra civile, repressione delle manifestazioni, crisi economica non avessero nulla a che fare con noi e le conoscessimo solo per sentito dire, come se non avessero nemmeno sfiorato le nostre vite» 🌹
Un libro denso, molto. L’ultima volta ti avevo portato in Tunisia, ora ci siamo mosse a Est, ma con questo spostamento abbiamo preso anche tristezza e violenza. E dalla storia d’amore siamo passati a una storia di amicizia e di cosa si fa e cosa si rischia quando l’amicizia è fortissima. La storia è potente. C’è solo il rischio di non riuscire a staccarsi da 700 pagine anche se il sabato notte è alle porte.
Mi ha fatto sorridere vedere l’altro libro di questa autrice, L’ottava vita (per Brilka), letto da alcune di voi nello stesso periodo. Che devo dire? Lo recupero subito!
Curiosità correlate sulla lingua georgiana:
Fa parte delle lingue cartveliche, che non presentano rapporti di parentela con nessuna famiglia linguistica al mondo
Ha 33 lettere di cui solo 5 sono vocali, per cui ci sono spesso catene di consonanti molto lunghe. Il record è detenuto da ვეფხვთმბრდღვნელი, “squarciatore di tigri”, vocabolo di origine antica e letteraria, con ben 11 consonanti di fila.
Non esiste differenza di genere: la terza persona singolare è sempre ის.
di Banana Yoshimoto (from Japan)
Feltrinelli 1991, traduzione dal giapponese di Giorgio Amitrano
preso in biblioteca, su consiglio di Marta, “Once libraia, always libraia”
in copertina: Ayako Kawahara in un’elaborazione grafica di Martino Gasparini [5 ⭐]
Quando entrate in una casa, la giudicate per quale stanza? Io, come la protagonista, scelgo la cucina. Si capisce subito se una cucina è usata per cucinare, per fare merende, per sedersi e chiacchierare.
👩🏻🍳 «Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile, le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano. Anche le cucine incredibilmente sporche mi piacciono da morire» 👩🏻🍳
La mia cucina, inutile dirlo, è sempre sporca perché molto usata. Nel libro ci sono tre racconti: Kitchen è il primo, poi una specie di seguito e infine un ultimo. Il primo è quello che mi è piaciuto di più, ma l’occhio di Marta che l’ha consigliato non poteva sbagliare.
La protagonista, Mikage, ci racconta tutto in prima persona. Il racconto comincia quando sua nonna muore e si ritrova a vivere da sola in una casa vuota, o meglio:
💝 «Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po’ meglio che pensare che sono rimasta proprio sola» 💝
E alla sua porta suona Yuichi, che la invita a stare con lui e la madre, Eriko.
🛋 «Lei vive solo di impulsi irresistibili. La cosa incredibile è che ha la forza di realizzarli» 🛋
Ci troviamo con Mikage a entrare in questa casa, splendente e piena di oggetti. A entrare in cucina e imparare piano piano a usarla e a addormentarci sul divano - che dalla descrizione sembra il divano più comodo del mondo.
La storia è una storia di accoglienza, di solitudine, di relazioni. E anche di lutto e di cosa ti lascia addosso la mancanza di una persona. E è un racconto di come stiamo continuamente a aspettare che qualcosa accada, senza pensare che le cose intanto accadono e possiamo provare a viverle senza paure (hey, tu, sai che lo sto dicendo a te).
Una nota molto bella: alla fine del libro c’è una postfazione di Giorgio Amitrano che spiega un po’ quello che si è letto, inquadra Yoshimoto nella letteratura giapponese contemporanea e la collega ai manga femminili. Ho proprio pensato: ma perché non c’è sempre?
Piatti correlati:
🥢 katsudon: fetta di carne di maiale impanata e fritta
🥢 kakiagedon: frutti di mare e gamberetti passati in tempura e serviti con riso bianco
🥢 tsukimi udon: pasta lunga di farina di frumento servita in brodo e ricoperta da un uovo intero
Film. Mi ero dimenticata l’ultima volta di segnalarti Kafka a Teheran, bellino. Come ogni anno, rewatch obbligatorio di C’è posta per te. Da vedere, rivedere e far vedere: C’è ancora domani. Un film davvero bellissimo, da far venire brividi e lacrime. Mentre l’ultimo di Ken Loach, The old oak, non ci ha emozionato.
Serie. Non avevo mai visto Friends, ma stiamo recuperando: quante risate! E non so come mi fosse scappato Dash&Lily su netflix: una serie teen di amore e caccia al tesoro in mezzo ai libri! Iniziate anche Mood e Julia.
Libri. Giulia viene citata ogni puntata e quindi eccole un ringraziamento per Manuale di caccia e pesca per ragazze di Melissa Bank (ah, questi uomini). 9 Short Stories by Palestinian Women, in Translation consigliate da
nella sua . Il ragazzo, Annie Ernaux: che inizio! Per le nerd: La comunicazione nelle emergenze sanitarie.I 100 notable book del 2023 del New York Times: ne ho segnati 18 con Giulia (doverosa nota per te che leggi: ci sono molte Giulia nella mia vita).
Consigli non richiesti dal viaggio in Stiria, o come ci è stato detto Pannonia.
Fudo | Maribor. Dodici piatti che cambiano in base alle stagioni tra cui scegliere, si divide tutto, bicchieri di vino molto buoni
Vino Munda | Kog. Miro e Gregor ci hanno accolto nella vigna, facendoci trovare un tavolo apparecchiato per quattro in cui si sono seduti con noi per raccontarci ogni vino. Una meraviglia
Pungračič | Zavrč. Katarina è stata gentilissima, in tutto. Risveglio totalmente immersi nelle vigne.
Il concerto di King Krule è andato secondo le aspettative: pazzescoooooo. Non lo facevo così piacione, ma va bhe. Live è molto bravo e accompagnato al sax di ignacio salvadores è ancora più bravo.
Ho partecipato alla bella rassegna “Di libro in vigna”: presentazione e degustazioni dentro una cantina!
Tornata a scrivere, mi mancava.
Non so se esite qualcosa di meglio al mondo della voce di Emidio Clementi. Un articolo di Claudia Durastanti sul suo ultimo progetto e qua sotto una canzone. Fatevi un regalo, schiacciate play.
Ti ricordo che se vuoi bene ai libri e hai a cuore l’industria editoriale, non ordinare i libri su Amazon. Ci sono le biblioteche, le librerie (meglio se non di catena), gli scaffali delle librerie delle amiche e ci sono servizi come Bookdealer che riunisce tante librerie indipendenti. Prendiamoci cura dell’industria editoriale.
Se hai commenti e suggerimenti, scrivimi pure. Ti leggo!
E se ti è piaciuta, condividi Matilda con chi vuoi!
Ci vediamo tra un mese e buone letture! 📚💌💘
Kitchen è una rilettura che faccio quasi ogni anno, soprattutto il primo racconto. Fra l'altro è molto bella anche la versione in audiolibro, con la voce di Carolina Crescentini. :)