Ciao!
cosa stai leggendo in questi giorni?
io sono agnese e credo di aver ufficialmente finito la stagione delle letture marine™. La tristezza per questo evento si compensa però con la felicità di avere di nuovo un orologio al polso. Prima di raccontarti questo fatto di cui non ti interessa nulla, vuoi leggere o ascoltare questa puntata?
5 agosto, ore 15. Fine lavoro e inizio ufficiale delle vacanze. Finito di stipare la macchina (ciao kayak, è stato bello scorrazzarti in giro e mai usarti), ci prepariamo ad affrontare un numero imprecisato di confini (che dove questo numero è maggiore di uno, c’è sicuramente qualcosa di sbagliato. Breve nota sul confine Klobuk-Ilino Brdo: lungo come la fame ma ottimo paesaggio). Insomma, ci fermiamo un attimo in un autogrill croato per prendere aria, che si sa che quella degli autogrill è proprio pulita, e sbem, mi cade a terra l’orologio. Si è rotto, così, di colpo. Un segno? Sì, ovvio.
Però a me piace molto sapere che ora è quindi, tornata in Italia, cerco subito lo stesso modello - non più disponibile. Ne ordino un altro che mi sembra simile - troppo grande; reso. Scopro così che posti terribili sono le gioiellerie. Risposta 1: c’è questo modello vintage a 1.329.656.320 euro. Risposta 2: non abbiamo niente per lei. Risposta 3: questo è perfetto - eh, ma le avrei chiesto un modello con i numeri sul quadrante - vedrà che poi si abitua.
La luce in fondo al tunnel mi è stata indicata da Jazz (te lo ricordi? aveva fatto una piccola playlist per Matilda): i mercatini. E infatti trovo il quadrante perfetto. Cambiare il cinturino non è stato facile ma comunque si è risolto in una sola settimana. Ma davvero vi piace il marrone? Ma è un colore?
Il mio nuovo orologio comunque non è raffinato come questo che, se vuoi sapere l’ora, ti risponde con citazioni letterarie.
Piccola aggiunta inserita all’ultimo. Sono rimasta senza parole dopo aver letto qual è stato il primo atto di questo governo: vietare a delle persone di ballare, in libertà, fuori dalle logiche di consumo. Anzi, incarcerare persone che vogliono solo fare festa. Una lista di libri a riguardo.
Finito il racconto delle mie disgrazie, passiamo ai libri!
3 libri letti dell’ultimo mese
L’unica persona nera nella stanza
di Nadeesha Uyangoda
66thand2nd 2021
preso in prestito su quel servizio magnifico che è MLOL cercando libri di questo editore - noto che mi è più difficile scrivere dopo aver letto su ebook.
«Da piccola ricevevo un sacco di complimenti, secondo quella dicotomia per cui i bambini di colore sono sempre belli, poi crescono e diventano solo degli adulti extracomunitari. Insomma, se cresci in Italia, è un passaggio scioccante quello da “ma quanto è bella questa bambina?”, e giù a strapazzarti le guance, a “tornatene a casa tua”»
Nadeesha arriva in Italia dallo Sri Lanka a 6 anni, per raggiungere la madre. Inizia la scuola e in classe si trova a essere l’unica persona nera. E così avanti, dall’università alle conferenze. È appunto l’unica persona nera nella stanza, a volte lì presente più per bisogno di rappresentazione che per parlare con la sua voce.
C’è una parte autobiografica nel libro e ci sono diverse riflessioni, molto a braccio, su cosa significhi vivere in un paese razzista. «Razzista è il fatto che il razzismo in Italia quasi mai venga considerato tale e che sia giustificato con la libertà di espressione».
Una parte del libro è dedicata alle questioni di genere e alla sessualizzazione delle donne nere. Mi ha colpito la parte sui concorsi di bellezza organizzati dalle comunità immigrate in hotel di lusso, come Miss Sri Lanka Italy.
Due curiosità dal libro: (1) Nel 2019, la città di New York ha aggiornato le sue linee guida su cosa è considerato razzista inserendo la discriminazione per capelli o acconciature. (2) Le app di dating favoriscono coppie miste. Hey tu che leggi, quante volte hai skippato persone nere su Tinder?
Nel libro ci sono sia aneddoti sia concetti più tecnici. Come il light skin privilege, perché insomma finiamo per discriminare le persone che sono più nere e la linea del colore ce l’abbiamo bene in testa. O sul fatto che si senta ancora dire “persone di colore” ma pure “persone nere” prima o poi potrebbe essere superato da “minoranze visibili”.
«…il sempre presente paragone tra pelle scura e roba da mangiare. “Hai la pelle color cioccolato” o caramello, caffè, caffè con una punta di latte - tutti eufemismi per evitare nero. C’è bisogno di un lessico suadente per rendere la pelle nera meno minacciosa»
Libri correlati:
Culo nero, A. Igoni Barrett [66thand2nd 2017] - o di quando eravamo riuscite a fare un gruppo di lettura a Trieste ):
Why I’m No Longer Talking to White People About Race, Reni Eddo-Lodge [Bloomsbury 2017] - scopro ora che è stato anche tradotto in italiano. Non so come sia la traduzione.
Podcast correlati:
Sulla razza, Nathasha Fernando, Nadeesha Uyangoda, Maria Catena Mancus [The submarine 2021]
di Joseph Ponthus
Bompiani 2022; traduzione dal francese di Ileana Zagaglia
preso in prestito su MLOL
«L’altro giorno in pausa sento un’operaia dire a un collega
“Ti rendi conto oggi è così stressante che non ho nemmeno il tempo di cantare”
Penso che sia una delle frasi più belle più vere e più dure che siano mai state dette sulla condizione operaia
Quei momenti in cui è così indicibile che non hai neanche il tempo di cantare
Solo di vedere la catena che avanza senza fine l’angoscia che sale l’ineluttabile della macchina e dover continuare a tutti i costi la produzione comunque
Nemmeno il tempo di cantare»
In un capitolo di Non è un pranzo di gala di Alberto Prunetti, uscito questo mese per minimum fax (per appassionate di letteratura working class), si parla della storia di Joseph Ponthus: un educatore popolare che si era trasferito da Parigi in Bretagna per amore. Non trovando dove fare il suo lavoro, finisce in fabbrica: prima in una pescheria, poi in un mattatoio (“finire in fabbrica” è un’espressione su cui pensare).
Ha scritto un romanzo in versi di questa esperienza. Il libro, dice Prunetti, è stato un caso editoriale in Francia e ha vinto diversi premi. Purtroppo è morto lo scorso anno, per un tumore. Non ci sarà mai altro scritto da lui, quindi conviene recuperare questo poema operaio. E la forma, in versi liberi, mi ha spinto di nuovo a registrare. Grazie a Tommaso per le musiche che accompagnano la mia voce.
«Non si lascia un santuario indenni
Non si lascia mai davvero la galera
Non si lascia un’isola senza un sospiro
Non si lascia la fabbrica senza guardare il cielo»
Documentari correlati:
Abbiamo minato la fabbrica, Lech Kowalski [Arte 2017]
Le temps des ouvriers, Stan Neumann [Arte Boutique 2020]
Film correlati:
Tempi moderni, Charlie Chaplin [1936]
di Elena Ferrante
E/O 2011-2014
2 in prestito da Giulia, 2 in prestito dalla biblioteca
«L’unico problema è sempre stato l’agitazione della testa. Non la posso fermare, devo sempre fare, rifare, coprire, scoprire, rinforzare, e poi all’improvviso disfare, spaccare»
Questo mese ho finito L’amica geniale che avevo iniziato con la prima puntata di Matilda. Scrivo poco perché arrivo in ritardo di abbastanza anni. Chi l’ha letta, probabilmente è già innamorata. E chi non l’ha letta, difficilmente verrà convinta da me. Però ecco, ammetto di aver sbagliato a snobbare per tutti questi anni Elena Ferrante. Mi sono chiesta anche perché: di solito se di un libro se ne parla, io mi ci butto.
Quindi leggere confermo che è da leggere. Le prime cento pagine del primo volume sono state le più difficili, lente e noiose. Il terzo volume è il migliore. Gli elementi che mi sono piaciuti di più sono: (1) come la storia dell’Italia del Dopoguerra entra nel romanzo, in particolare gli anni di piombo e Tangentopoli. (2) Il rapporto tra Lenù e sua madre: le aspettative, il distacco, la dipendenza e lo zoppicare. (3) I diversi modi di essere donna.
Durante la lettura continuavo a tornare a bell hooks. Dall’uso dell’anonimato come pratica femminista all’importanza del margine. Alcune citazioni da Elogio del margine:
🏡 «Potremo fare della casa quello spazio dove tornare a rinnovarci e a curare noi stessi, dove guarire dalle nostre ferite e diventare interi»
🗣 «Ho lavorato per cambiare il mio modo di parlare e di scrivere, per incorporare nei miei racconti il senso geografico: non solo dove io sono ora, ma anche da dove vengo, e le molteplici voci presenti in me. Ho affrontato il silenzio e l’incapacità di essere articolata»
👩🏫 «Se dovessi progettare un movimento femminista adeguato al presente, credo che in prima posizione metterei la questione dell’istruzione, del leggere e dello scrivere, dell’avere accesso ai libri»
Articoli correlati
Perché tutte odiamo Nino Sarratore, Eugenia Fattori [Bossy 2020]
L’amica geniale: andare oltre l’idea del ‘romanzo rosa’, Giusi Palomba [Valigia Blu 2022]
Uno scambio epistolare tra Elena Ferrante e Marina Abramović. Versione originale (versione 🏴☠️) & versione tradotta (versione 🏴☠️) [Financial Times 2021]
I miei dati di lettura, disegnati malino
Altri consigli veloci
The Bear! Influenced come sempre da tutte che ne parlano, l’ho guardata e divorata (gnam!). Vita, precarietà e tanta rabbia nelle cucine. Poi i traumi, le droghe e le preparazioni dei cibi.
L’ultima conversazione di Roberto Bolaño raccoglie alcune sue interviste. Si parla di libri, di lettura, di scrittura e di letteratura sudamericana.
Altri consigli veloci - da parte tua!
Come ogni anno, sto scrivendo la Lista dei libri per Agnese per compleanno, Santa Lucia, Vigilia di Natale, Natale, Capodanno, Befana e sicuramente altre importanti festività.
Hai qualche libro da consigliarmi? Di solito sono libri lunghi e da avere in libreria (tipo Crossroads di Franzen, la raccolta dei racconti di Cortázar o le Lettere dal Carcere di Nino).
Cose fatte questo mese
Ritorna questa sezione che era sparita da un po’, perché mi sembrava di non star più facendo nulla. Qualche mese fa, ho per l’ennesima volta ribaltato un po’ la mia vita e non me ne sono mai pentita. Ho solo messo in pratica, per la prima vera volta, quella cosa per cui il lavoro si paga. Quindi se ci si trova a lavorare ben più di quanto fissato in un contratto o nei fine settimana senza essere pagati o per contratti miseri (o pure con contratti che non esistono!), si può fare come Bartleby lo scrivano.
Quindi sono tornata a scrivere, o meglio a essere pagata per scrivere. E si sono anche aperte tante di quelle possibilità che non mi sembra vero.
Nelle prossime settimane passerò il mio tempo in quel luogo magnifico che è il Parco di San Giovanni di Trieste, il manicomio aperto da Basaglia e la sua équipe, per lavorare sulla storia delle donne nel processo di deistituzionalizzazione (very very excited) - su questo argomento hai mai letto per caso Passaggio a Trieste di Fabrizia Ramondino? In questo luogo, nelle scorse settimane, mi sono trovata a cucire insieme ad altre persone, che bellezza. E sto creando un sito per i miei quaderni, così da non averli solo su Instagram.
Sottofondo mentre scrivevo: techno-rumba
Promemoria
Ti ricordo che se vuoi bene ai libri e hai a cuore l’industria editoriale, non ordinare i libri su Amazon. Ci sono le biblioteche, le librerie (meglio se non di catena), gli scaffali delle librerie delle amiche e ci sono servizi come Bookdealer che riunisce tante librerie indipendenti. Prendiamoci cura dell’industria editoriale.
Per finire
Se hai commenti e suggerimenti, puoi scriverli qua. Ti leggo!
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Ci vediamo tra un mese e buone letture! 📚💌💘