Ciao!
questa è Matilda, che ti racconta ogni mese qualche libro da leggere, e io che la scrivo sono agnese, che ogni fine mese probabilmente mi lamento di qualcosa.
Ho letto dei libri belli ma il tempismo è stato terribile: uno dietro l’altro mi parlavano di relazioni non sane, di potere e di violenze e io mi trovavo a annaspare nella lettura: ma li ho davvero scelti io questi libri? «I libri mi aiutano a capire», l’ho ripetuto un po’ di volte in questo periodo. Non credo di aver capito molto, in realtà, ma mi sono ricordata di qualcosa: smettiamo di vivere le relazioni come dei monoliti. Piantala, finiscila, trova un equilibrio, ascolta l’altra persona, sperimenta e, sì, si può anche interrompere una relazione. Non finisce il mondo e probabilmente nemmeno la relazione finisce per davvero, cambierà semplicemente forma. La capacità di adattarsi è una delle più belle che possiamo imparare.
Ma basta divagare che ci sono troppi libri di cui parlare. E quindi libri da comprare, da trovare, da prestare. Che fatica! Ti va di lasciarmi nei commenti il tuo account in cui rivendi i libri? Io ti lascio il mio!
di Catherine Lacey [from Us]
Sur 2024, traduzione dall’inglese di Teresa Ciuffoletti
acquistato; letto in diversi mari tra costa triestina e slovena
in copertina: foto di Aleksandr Krivitskij [5 ⭐]
Di Catherine Lacey ho letto tutto quindi non so se possa esistere un motivo per cui non avrei dovuto leggere subito questo suo quarto romanzo. Soprattutto quando i commenti che avevo avuto, me lo vendevano come un romanzo stra-or-di-na-rio (parola difficile da sillabare, eh!).
X è una specie di Marina Abramović e è appena morta. Un tizio che dev’essere davvero antipatico ne approfitta per pubblicare subito una biografia di questa grande artista ma dice così tante falsità che la vedova, CM Lucca, decide di smentire tutto: riprende le carte di archivio, viaggia, intervista finché non si trova lei stessa con una biografia di X tra le mani. Insomma, abbiamo il nostro romanzo, quello del signor Smith, quello della vedova e la verità sta veramente nel mezzo.
📕 «X ha dichiarato esplicitamente di non voler essere raccontata in una biografia, né adesso né dopo la sua morte», gli rammentai con un tono di voce del tutto cordiale, o quantomeno avvocatesco. «La prega di rispettare la sua volontà». Ma il signor Smith si rifiutava di credere che X preferisse essere dimenticata... 📕
E se non fosse già strano così, improvvisamente c’è uno switch stile Racconto dell’ancella perché X viene (non è uno spoiler, lo giuro) dai Territori del Sud, dove ci sta una teocrazia pesantissima quindi c’è pure una parte politica e storica.
🧱 La mattina del Giorno del Ringraziamento del 1945 ventidue milioni di americani scoprirono di non abitare più negli Stati Uniti D’America: un muro divideva gran parte del Profondo Sud dal resto del paese, eretto da un governo teocratico insurrezionale che ora controllava il neo-ribattezzato Territorio del Sud 🧱
Insomma, è una biografia di X, dove X è un personaggio di finzione anche se poi tendi a credere che non sia così perché conosce Wim Wenders, David Bowie, Susan Sontag, Carla Lonzi e pure Emma Goldman entra come personaggio del romanzo. E poi c’è X che non si capisce quante vite abbia vissuto con questo suo desiderio di libertà (ma che poi, davvero è libertà continuare a fuggire dal proprio passato e da se stessa?)
👱🏻♀️ X credeva che inventare storie fosse sacro - me l’ha detto tante volte, oltre a menzionarlo ripetutamente nelle sue lettere, nei diari e nei saggi - e lei voleva vivere all’insegna di questa sacralità
👱🏻♀️
Insomma, X è una grandissima stronza manipolatrice. A CM Lucca le risparmio i giudizi, anche se si meriterebbe una puntata tutta per sé. «Ma che libro è?», una domanda lecita ma se non te la fai ti godi di più il libro. Diciamo che Catherine fa salutini tanto a Borges quanto a Ursula Le Guin per quanto è intrigato e complicato, ma davvero, un inchino a lei per tutto quello che è riuscita a inventarsi. Descrivere questo libro in poco spazio è impossibile, perdonami e fidati! :D
Tre cose che avrei fatto se mi fossi trovata in quel finale:
Spaccare tutto
Urlare disperata
Andare a rivoltare qualcuna nella tomba
di Veronica Raimo
Einaudi 2023
acquistato e letto tra Muggia, La Villa e Trieste
in copertina: Mona Kuhn, Natalie, 2003 [5 ⭐]
L’ho iniziato una domenica mattina al mare e alla sera mi sono trovata a raccontarlo a una persona, seduta sul divano di casa. Sono abbastanza certa, avevo appena finito di leggere il fantastico racconto La commissione, di aver detto: «Bisogna essere proprio brave per far provare così tanto schifo a chi legge». Questa è stata la prima reazione (che sottolineo, era comunque di complimenti). Ma poi, andando avanti a leggere, ho pensato: «Ma chi sto a giudicare? Io proprio io vado a giudicare?». Insomma, Veronica Raimo con questa raccolta di racconti va dritta nel mood di quest’estate:
Racconta proprio di noi brat girls, senza limiti, con molte ambizioni, poca morale, nessun ideale.
✏️ E tu fai la giornalista? - mi ha chiesto.
Sì, no, cioè, scrivo. In generale -. La vaghezza è il mio modo di rilassarmi. Però non mi ha chiesto cosa scrivessi “in generale”, e questo me l’ha resa simpatica. ✏️
Quanta sincerità e quanta verità, insomma. Peccato che fossero così pochi racconti, perché ne avrei voluti ancora e ancora e ancora. Ho adorato tante delle protagoniste: pensare di meno e fare quello che si ha voglia di fare. E diffidare sempre dei selvaggi :D
La costruzione delle storie, il sarcasmo dei testi e, soprattutto, ciò che rende speciale questa raccolta sono i finali - come in cui ti ritrovi a urlare «Go, girl!». In questo racconto, Possiamo sbagliare ancora, per esempio, una giornalista è a casa che si sta preparando per andare a intervistare Anita, che ha noleggiato un camion per lanciarlo contro una folla di uomini che aveva adescato (attenzione: alto rischio di emulazione).
E poi centrale c’è quella questione che a me piace tanto: quella dei corpi e dei desideri, quella dei corpi che abbiamo per essere usati. Come Irene, con la sua performance di danza e il suo senso (comico) di vendetta in Come nessuna madre, che va sicuramente dritto sul podio dei migliori racconti ma non dico altro per non rovinarti il finale.
La vita è breve, eccetera, no? [titolo perfetto, adorato]
Tre canzoni correlate:
🎵 Brividi/lividi, Giorgieness 2016
🎵 Fancy, Iggy Azalea 2014
🎵 Chaise Longue, Wet Leg 2022
L’invincibile estate di Liliana
Di Cristina Rivera Garza [from Messico]
Sur 2023, traduzione dallo spagnolo di Giulia Zavagna
acquistato e visto, secondo me, da Strategie Prenestrine. Letto in Val Badia e finito a letto, a Trieste.
in copertina: dipinto di Eric Zener [4 ⭐]
🏆 Vincitore Premio Pulitzer 2024 per la sezione Memoir 🏆
Quanto tempo ci vuole per riuscire a affrontare il femminicidio di tua sorella? Ventinove anni e tre mesi e due giorni ci mette Cristina Rivera Garza. Dopo ventinove anni e tre mesi e due giorni Cristina si trova «sotto un albero pieno di uccellini invisibili» a aspettare un’avvocata. Dopo ventinove anni e tre mesi e due giorni ha deciso che vuole trovare i fascicoli sul femminicidio di sua sorella per ritracciare quello che le è successo.
🙅🏻♀️ «Il femminicidio non è stato ufficialmente classificato come reato in Messico prima del 14 giugno 2012, quando è stato incluso nel Codice Penale Federale come un delitto: “Articolo 325: Commette il delitto di femminicidio chi prima della vita una donna per questioni di genere”. Gran parte dei femminicidi commessi prima di quella data erano chiamati delitti passionali. Erano chiamati ha preso una cattiva strada. Erano chiamati perché si veste così? Erano chiamati una donna deve sempre stare al suo posto. Erano chiamati qualcosa deve aver combinato per fare quella fine. Erano chiamati i genitori la trascuravano. Erano chiamati la ragazza che ha preso una decisione sbagliata. Erano chiamati, addirittura, se lo meritava» 🙅🏻♀️
Ci porta con lei a attraversare Città del Messico, da un ufficio all’altro, ma il fascicolo non arriva. Liliana aveva riempito quaderni su quaderni di appunti, lettere e riflessioni e Cristina parte da questi e ci unisce interviste che fa alle amiche, alle compagne di università e alle parenti per ricostruire la storia della sorella e la storia di come non sia riuscita a sopravvivere a Àngel, il ragazzo che non aveva accettato di essere lasciato. Non voglio nemmeno immaginare la fatica di Cristina.
💘✊🏻 Da quando ho cominciato l’università, non ho fatto altro che pensare alla lotta di classe e all’amore ✊🏻💘
Nel libro vengono anche citati estratti da No visible bruises di Rachel Louise Snyder, un testo di sociologia che spiega la relazione tra le vittime con chi compie loro violenza: «Le vittime restano perché sanno che qualunque movimento improvviso potrebbe provocare l’orso. Restano perché con il tempo sono riuscite a sviluppare alcune strategie capaci di calmare, a volte con successo, il partener furioso […] Le donne maltrattate restano perché vedono che l’orso si avvicina. E vogliono vivere».
C’è un’altra parte che mi ha colpito (in realtà, tutto il libro è stato una bella botta): la parte sui sensi di colpa - terribili, non se ne esce. Ma come recita quel meraviglioso coro: Y la culpa no era mía, ni dónde estaba ni cómo vestía.
Insomma, Cristina ci porta in una storia incredibile che non so come abbia fatto a raccontare. Ventinove anni e tre mesi e due giorni non sono niente, se tua sorella è stata uccisa e l’omicida non è mai stato catturato. Ma forse la cosa migliore che potesse fare è stata proprio questa: raccontare.
🐻 «è possibile sfuggire all’assedio? è possibile scomparire una volta per tutte?» 🐻
Se hai bisogno di aiuto, chiama subito il 1522. Se hai dei dubbi sull’aver bisogno di aiuto, chiama subito il 1522. Sei anche soltanto per un minuto hai avuto paura, chiama subito il 1522. Fidati di quello che senti e chiama subito il 1522.
Tre testi correlati:
Lo stupro, di Franca Rame [1975]
Girlhood, di Melissa Febos [nottetempo 2023] Matilda#19
La porca miseria, di Cash Carraway [Alegre 2023] Matilda#20
Ho riletto l’articolo La fine dell’amore sul post romanticismo e la vita sentimentale contemporanea perché è uscito un libro dell’autrice. Tanto te ne parlerò nella prossima puntata :D Sempre sulla questione del tempismo terribile: ho riletto Milkman di Anna Burns. Lo stile pazzesco, la storia bella ma, lo sfondo politico. Un bel libro, sempre consigliato. Rileggo perché voglio rileggere o rileggo per spendere meno in libri?
Sul tema di una delle ultime puntate, il NY Times ti sfida sulla tua capacità di non distrarti. Prego. E hai letto del fossile di dinosauro venduto a un’asta a 44 milioni e mezzo di dollari?
A esattamente dieci anni di distanza mi sono risentita un concerto dei Dubioza Kolektiv: tengono il palco per due ore in modo fantastico! I am sick of being European just on Euro Song. Rimando subito a
per approfondimenti. Magari non lo sapevate, ma ho fatto due mesi a ascoltare rap balcanico e posso dire che finalmente sono riuscita a uscire dal tunnel. Non so ancora dove approderò, ma ho fatto i record di ascolto di Doppelgänger.Sono andata al fresco in montagna, in Alta Badia. C’è scappato qualche piantino di agitazione. Ho parlato a Gradisca, un bell’incontro, che bello moderare, che bello guidare le conversazioni e che bello quando avvengono in cerchio! Vorrei poter dire anche “che bello” dei miei capelli ma in questo periodo li odio. E che belli i festival così accoglienti!
Ti ricordo che se vuoi bene ai libri e hai a cuore l’industria editoriale, non ordinare i libri su Amazon. Ci sono le biblioteche, le librerie (meglio se non di catena), gli scaffali delle librerie delle amiche e ci sono servizi come Bookdealer che riunisce tante librerie indipendenti. Prendiamoci cura dell’industria editoriale.
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Ci vediamo tra un mese e buone letture! 📚💌💘
Dal libro di Cristina Rivera Garza ne sono uscita a pezzi, ho anche pianto, ma è meraviglioso. Leggerlo è sempre più necessario.
X mi sta aspettando sul comodino da quando è uscito! Adoro Catherine Lacey, spero tanto di non rimanerne delusa 🥹